Cutura organizzativa

Lo scorso venerdì a lezione avete avuto l’opportunità di vivere in prima persona il discorso di un presidente di associazione di categoria in merito alla storia, alla cultura e ai valori che accomunano le organizzazioni associate e le stesse strutture di rappresentanza.

Nel suo intervento Andrea ha sottolineato come, nel mondo cooperativo, la corporate governance sia un elemento di grande complessità, dato che i lavoratori-soci-proprietari scelgono gli amministratori e che questi ultimi ricopriranno poi ruoli gerarchico-funzionali di controllo e comando nei confronti dei primi.

Di conseguenza esistono due forze  (una da statuto che gioca dal basso verso l’alto e una da organigramma dall’alto verso il basso) che potrebbero portare ad ambiguità e conflitti qualora non esista una cultura aziendale radicata e coesa. E’ dunque compito del management, come sostiene il Daft, diffondere e promuovere la cultura organizzativa anche attraverso discorsi come quello da voi udito.

Sempre secondo il Daft la questione della cultura aziendale può essere rappresentata attraverso la metafora dell’iceberg:

- ci sono elementi della cultura che sono evidenti, che affiorano, che sono visibili (riti, cerimonie, racconti di imprese o eroi, simboli di status, abbigliamento, formalità del linguaggio…)

- c’è una parte sommersa, che rappresenta i valori, le convinzioni e i processi organizzativi inconsci dei quali le parti visibili sono un indicatore.

Dal discorso di venerdì quali elementi visibili avete avuto modo di cogliere, e di quali elementi più profondi secondo voi sono indicatore? C'era coerenza tra valori promossi e modalità di comunicazione degli stessi?

Tra i modelli culturali definiti dal Daft (adattiva, di missione, di clan o burocratica) quello del mondo cooperativo a quale si avvicina di più?

Risorse

Sito dell’associazione di categoria provinciale: http://www.ferrara.legacoop.it/

Sito della struttura di coordinamento nazionale: http://www.legacoop.it/