Forum Economia e Gestione delle Imprese

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Ai fini dell'aggiudicazione dei 2 punti per i frequentanti è necessario che gli studenti commentino almeno 6 Topic sui 10 proposti nel corso dell'anno. Tali contributi dovranno essere postati almeno il giorno prima della lezione nella quale ci sarà il confronto in aula. 

Caso Costa

 

Costa Crociere S.p.A. è la prima compagnia di navigazione italiana dedicata all'attività crocieristica. Si tratta della flotta standard (o di massa) maggiore in Europa. La Costa Crociere appartiene al Gruppo Carnival Corporation & plc e controlla la tedesca AIDA Cruises e la spagnola Ibero Cruceros.

Fu fondata nel 1854 a Genova da Giacomo Costa con la denominazione Giacomo Costa fu Andrea s.n.c., impresa che commerciava e trasportava dalla Sardegna alla Liguria, olio d'oliva e tessuti.

Dopo la prima guerra mondiale, l’impresa, passò dalla commercializzazione alla produzione dell'olio d'oliva, con la costruzione di impianti di raffinazione dell’olio a Genova e nell'Italia meridionale.

Nel 1924 la ditta, passata in mano ai figli del fondatore Federico, Eugenio ed Enrico, poiché aveva allargato i propri commerci, con le esportazioni verso i paesi esteri (in particolare verso Americhe e Oceania), estese le proprie attività al settore armatoriale con l'acquisizione del piccolo piroscafo Ravenna. Successivamente furono acquisite altre navi.

Al termine della seconda guerra mondiale, venne ripresa l'attività armatoriale dell'azienda che creò la Costa Armatori S.p.A., a capo della quale ci fu Angelo Costa, il quale puntò sulla diversificazione delle attività, che oltre al trasporto merci, si estese al settore della navigazione per il trasporto passeggeri, attività che ebbe inizio nel 1947.

Costa in seguito, commissionò all'Ansaldo la costruzione di due navi, ribattezzate Federico C. (1957) e Franca C. (1959), quest'ultima, prima nave al mondo adibita al servizio crocieristico da svago, che era diretta verso Stati Uniti e Caraibi. Qualche anno più tardi, nel 1964, fu la volta della Eugenio C., nave totalmente adibita alle attività crocieristiche.

Alla fine degli anni settanta il Gruppo genovese fu colpito dalla crisi finanziaria, e perciò si procedette con la ristrutturazione della società, trasformandola da azienda a conduzione familiare a una holding, con l'ingresso di nuovi soci, come quello della famiglia Romanengo che acquisì il 10% della Costa Armatori. Furono inoltre cedute tutte le altre attività della famiglia Costa, quelle relative al settore tessile e quello alimentare (produzione dell'olio d'oliva Dante), quest'ultima ceduta alla multinazionale Unilever.

L'azienda quindi focalizzò i suoi interessi unicamente sul settore crocieristico e del trasporto merci, e nel 1985 inaugurò la nave Costa Riviera[3]. Per il suo rilancio, l'azienda genovese nel 1986 fu riorganizzata come Costa Crociere S.p.A, il cui azionista di maggioranza rimase comunque la famiglia Costa, rappresentata da Nicola Costa in qualità di presidente. Al suo primo anno di attività la nuova compagnia, realizzò un fatturato attorno ai 240 miliardi di lire e un flusso di passeggeri che supera i 160.000.

Nel 1989, Costa Crociere fece il suo ingresso nella Borsa.

Negli anni novanta Costa Crociere intensificò il ricorso alla promozione, finanziando campagne pubblicitarie sia sui quotidiani nazionali sia in televisione: nel 1993 lanciò la sua prima campagna televisiva in Italia con l’obiettivo di posizionare il prodotto crociera tra i giovani.

Con questa strategia, l'azienda ligure riuscì a consolidare la propria leadership nel mercato crocieristico nazionale, e a rafforzare la propria presenza in Europa e USA, e nel 1995, Costa Crociere registrò un numero complessivo di circa 300.000 passeggeri trasportati in tutto il mondo, divenendo leader nel mercato europeo, e con un fatturato di 862 miliardi di lire.

Nel 1997, la famiglia Costa e altri investitori hanno ceduto per 455 miliardi di lire il pacchetto di maggioranza della società, che da allora è parte di Carnival Corporation & Plc, gruppo statunitense che riunisce le maggiori compagnie nel campo delle crociere del mondo e si definisce come World's Leading Cruise Lines.

Nell'agosto 2011 Costa Crociere ufficializza l'acquisto di una nuova nave, in consegna ad ottobre 2014. Nello stesso comunicato rivela di aver ceduto Costa Marina, che ha lasciato la flotta nel novembre 2011.

Il 13 gennaio 2012, la nave Costa Concordia della compagnia ha fatto naufragio davanti al porto dell'Isola del Giglio a seguito di una grossa falla provocata dall'impatto dello scafo con una formazione rocciosa affiorante. L'incidente ha causato la morte di 32 persone e il parziale affondamento della nave. È la nave passeggeri di più grosso tonnellaggio mai naufragata.

Il 31 gennaio 2012 la Costa annuncia ufficialmente che dopo il recupero la Costa Concordia non tornerà più in servizio.

Il 27 febbraio 2012 a largo delle seychelles si sviluppa un incendio nella sala dei generatori della Costa Allegra. La nave resterà poi priva di propulsione e verrà trainata da un peschereccio fino alle Seychelles. Durante i due giorni trascorsi privi di energia elettrica, quindi con condizioni di vita disagiate, alcuni elicotteri hanno trasportato sulla nave cibi e bevande, oltre a strumenti di comunicazione utili per la nave.

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Questi fatti avranno certamente importanti impatti sul futuro della compagnia e in molti si sono già spesi a fare previsioni.

Quale sarà secondo voi il futuro di Costa Crociere? Inserite i link se citate qualche fonte web

Caso Pirola

La Pirola s.n.c, un'azienda con un fatturato di 2 milioni di euro, da sempre progetta, realizza e monta allestimenti per sale congressi, banche, uffici e stand per fiere. Opera con la formula del "chiavi in mano" e svolge il ruolo di capo commessa nel senso che coordina il lavoro delle imprese artigiane che realizzano le parti non in legno sulla base delle specifiche fornite dalla Pirola.

Alla fine del 2001 il Signor Pirola, per colmare i vuoti di produzione provocati dall'andamento stagionale delle vendite di allestimenti, introdusse la produzione in piccola serie di tavoli bianchi in legno per supermercati, per conto di un'impresa di arredamento.

La commessa di circa 1000 tavoli coprì nel 2002 i periodi vuoti di lavorazione: quando nella sezione lavori speciali o in quella degli stand vi erano dei tempi morti, gli operai si dedicavano a questa produzione in serie.

Essendo andata bene questa prova, il Signor Pirola decise, per risolvere definitivamente il problema delle vendite stagionali, di lanciare un prodotto di arredamento in legno da commercializzare con il marchio "Pirola". Un'azione di questo tipo, secondo il titolare, avrebbe favorito l'acquisizione di nuove commesse di allestimento per uffici, banche, sale congressi e stand.

All'inizio del 2003 il Signor Pirola comprò da un famoso designer di Milano un'idea già abbozzata, e relativa ad un tavolo modulare, e la sviluppò con i tecnici dell'azienda.

Nel giro di poco tempo iniziò la produzione e con essa lo stoccaggio in magazzino. Nel settembre del 2003 la Pirola s.n.c. si presentò allo SMAU di Milano quale produttrice di componenti singoli di arredamento, con i suoi nuovi tavoli modulari rivoluzionari per colori e forme. Il successo fu inaspettato, l'azienda venne selezionata per il "premio SMAU 2003". Ciò consentì alla Pirola di godere della pubblicità gratuita sulle più prestigiose riviste dell'arredamento italiano (Abitare, Interni, età). Pubblicità che, se non fosse arrivata in questo modo, non sarebbe stata fatta. Nel frattempo nei magazzini c'erano già 100.000 euro in tavoli modulari.

In ottobre venne aperto un lussuoso show room a Torino per lanciare questa nuova linea di prodotti.

Era in programma la creazione di una rete di vendita e l'apertura di uno show - room a Roma e di un'altro a Milano, ma il Signor Pirola a novembre dopo soli due mesi dal lancio dello SMAU decise di cessare la produzione.

"Per fortuna mi resi conto in tempo della pazzia che stavamo commettendo - dice il Signor Pirola. Questi tavoli ci portavano un sacco di nuovi problemi che non pensavamo di essere in grado di risolvere. Forse perché il mercato in quel momento non tirava, forse perché i dipendenti non erano abituati a lavorare con questi standard (l'unico esperimento di produzione in serie fu con i tavoli per supermercato), forse perché gli impianti non erano adatti, forse perché non avevamo ancora conquistato la fiducia dei clienti, o forse ancora la paura di non vedere dove si sarebbe andati a finire; fatto sta che decidemmo di abbandonare, prima che le perdite diventassero troppo grosse.

 

QUESITI

Quali erano le motivazioni originarie che hanno spinto il dott. Pirola ad intraprendere la produzione di tavoli con proprio marchio?

Come sono stati promossi?

Come mai la strategia non ha funzionato?

Incrementare il fatturato non è una via sempre coerente con l’obiettivo di creazione del valore per l’azionista. In questo caso l’incremento del fatturato ha creato o distrutto valore?



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